Questa estate ha fatto registrare numeri da record.
Si parla di troppi turisti che arrivano sull’isola.
La scelta spesso ricade sulla proposta di un numero chiuso, facendo riferimento ad altre località d’Italia, dove le esigenze sono diverse.
Forse più di parlare di troppi turisti nel numero di sbarchi, bisognerebbe parlare di troppi turisti tutti insieme.
Fondamentalmente tra le 8 e le 11,30 del mattino ci sono la maggior parte degli arrivi mentre le partenze si concentrano tra le 15 e le 18.
In queste fasce orarie regna il caos.
Si creano file ovunque, la vivibilità dell’isola viene ridotta in modo drastico e gli stessi turisti vengono inghiottiti tra traffico e caos, percependo una Capri che spesso non corrisponde alla realtà.
Gli arrivi e le partenze sono disciplinati dal piano orari accosti che si basa tutto su una vecchia ordinanza del 1999.
Nel 1999 il naviglio era composto da unità navali che al massimo per le linee veloci tra aliscafi e jet aveva una capienza di 300/400 persone circa.
Oggi con le nuove unità, si passa ad una media di 6/700 persone.
Ed ecco che la ricettività del sistema a Capri salta, le banchine sono affollate e le file si formano ovunque.
L’ordinanza e l’intervallo del tempo di accosto a nostro avviso va aggiornata anche in base alla tipologia di unità che va ad attraccare nel porto di Capri.
Una cosa è sbarcare od imbarcare con una unità navale che trasporta 300/350 passeggeri altra con 600/700.
Nella realtà quest’estate l’isola non è riuscita a soddisfare questi sbarchi e partenza in poche ore.
Da questa riflessione bisogna ripartire, sulla distribuzione degli orari in base alla tipologia e capienza di naviglio utilizzato.
Altro discorso sul trasporto bagagli che spesso viene depositato in zone delle nave che dovrebbero essere preposte alla sicurezza e liberamente accessibili.
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