A Villa Lysis la mostra personale di Fabio Capoccia
“Jacques d’Adelswärd Fersen: Il sacrificio alla Bellezza”
Nell’ambito della Rassegna Estate Caprese 2023 promossa dalla Città di Capri, per il centenario della morte di Jacques d’Adelswärd Fersen, Villa Lysis, dal 12 al 31 agosto, ospita la Mostra d’arte contemporanea di Fabio Capoccia “Jacques d’Adelswärd Fersen: Il sacrificio alla Bellezza”. L’inaugurazione si terrà sabato alle ore 19.00. L’esposizione personale dell’artista si compone di una raccolta di opere a olio su tela e tavola – alcune delle quali realizzate con tecnica mista – create nell’ultimo anno dal Maestro e concepite appositamente per il presente allestimento. Realizzare un percorso percettivo visivo su Jacques d’Adelswärd Fersen a cento anni dalla sua morte nel luogo da lui deputato a suprema dimora di vita e tomba al contempo include necessariamente la possibilità di riflettere sull’energia arcana e sulla magia primigenia di questo nido d’aquila che è Villa Fersen appunto. Un’isola nell’isola, un tempio, una dimensione fuori dagli spazi della narrazione cronologica, un altare dove immolare la bellezza, umana, regina potentissima dell’anima per poi farla continuamente risorgere. Questo sacrificio alla dea – forse la più fragile e intimamente pura anche nel pantheon contemporaneo – Fersen lo officiava ogni giorno sui gradini, all’ingresso del vestibolo sacro ai tormenti fisici, emotivi e ai desideri dell’amore. Lui sacerdote celebrante il rito eucaristico – nell’accezione del rendere omaggio – della vita, moderno Aristeo di virgiliana memoria: le api che rinascono dalla carcassa del bue e l’offerta numinosa alla dea Bellezza, ad Eros e Thanatos. Un uomo che creando, vivendo sempre la pienezza delle sfumature del bene e del male ha creato di sé una forma mentis una trascendenza dell’umano essere in ultima istanza. Ed è questo suo essere tremendamente puro di vita e di morte – in vita e in morte – che gli ha consentito la metamorfosi empirica nella natura della sua dimora e nella natura che avvolge il tempio-villa. I dipinti realizzati da Capoccia per il centenario della morte di Fersen ritraggono un uomo che ha per certi aspetti diffuso un credo, un inno, una preghiera di pànica vitalità e per questo contemporaneo oltre ogni retorica. Il visitatore che giunge a Villa Lysis osserva nelle tavole dipinte riflessi i meravigliosi cromatismi della natura, del giardino, dell’architettura della dimora, dei sublimi dirupi che intarsiano di vorticosa voluttà il mosaico conoscitivo del barone. I luoghi da lui amati, cesellati e passati alla storia di Capri tra mille racconti e Cesarini il suo sole imperituro il fuoco sacro di sé medesimo. ‘Voi, o demoni eccellenti, che abitate la terra di Stige, accogliete nell’Ade anche me […]’ sono alcuni dei versi della celebre stele caprese assimilabile al culto di Mitra, alla volontà di Fersen per i vent’anni di Nino nella notte del 25 agosto 1910 di rivisitare oltre il tableau vivant nella grotta di Matermania l’uccisione rituale di Hypàtos. Certamente l’esprit du temps, il particolarissimo estetismo simbiotico di Fersen lo hanno portato a sperimentare nel laboratorio Capri forme alchemiche di vita, vicine alla ricerca sacra della verità. Hypàtos-Nino (e più tardi Corrado Annicelli) altri non sono che i raggi imperturbabili di Fersen-Mitra, il Ra, il Dio Sole, la dea Bellezza che ha fatto di Capri la sua più araldica magione.